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LA
LITURGIA DEL GIORNO
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XI
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO
B)
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Grado della
Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde
Antifona
d'ingresso
Ascolta, Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto, non respingermi, non abbandonarmi,
Dio
della mia salvezza. (Sal 27,7-9)
Colletta
O
Dio, fortezza di chi spera in te,
ascolta benigno le nostre
invocazioni,
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo
senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia,
perché
fedeli ai tuoi comandamenti
possiamo piacerti nelle intenzioni
e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Oppure:
O Padre, che a piene mani semini nel nostro cuore
il
germe della verità e della grazia,
fa’ che lo accogliamo con
umile fiducia
e lo coltiviamo con pazienza evangelica,
ben
sapendo che c’è più amore e giustizia
ogni volta che la tua
parola fruttifica nella nostra vita.
Per il nostro Signore Gesù
Cristo...
PRIMA LETTURA
(Ez 17,22-24)
Io innalzo l’albero basso.
Dal libro del
profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio:
«Un
ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei
suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto,
imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà
rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto
di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra
dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della
foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto
e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e
germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo
farò».
Parola di Dio
SALMO
RESPONSORIALE (Sal 91)
Rit: È bello rendere
grazie al Signore.
È bello rendere
grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare
al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.
Il
giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del
Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli
atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora
frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è
retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.
SECONDA
LETTURA (2Cor 5,6-10)
Sia abitando nel corpo sia
andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.
Dalla seconda
lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, sempre
pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore
finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non
nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in
esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia
abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a
lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al
tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere
compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.
Parola
di Dio
Canto al
Vangelo (Mc 4,30)
Alleluia, alleluia.
Il seme è
la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova
lui, ha la vita eterna.
Alleluia.
VANGELO (Mc
4,26-34)
È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa
più grande di tutte le piante dell’orto.
+ Dal
Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla
folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme
sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e
cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce
spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno
nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la
falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa
possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo
descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato
sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno;
ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le
piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo
possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello
stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli
spiegava ogni cosa.
Parola del Signore
Preghiera dei
fedeli
Riuniti insieme dalla chiamata del Signore Gesù, ci
rivolgiamo a Lui con fiducia.
Preghiamo insieme e diciamo:
Ascoltaci o Signore.
1. Ti ringraziamo o Signore Gesù, di
averci donato la semente della fede. Donaci la grazia di crescere
come persone e come comunità nella tua Santa Chiesa, noi ti
preghiamo.
2. Ti ringraziamo o Signore per i pastori che mandi a
coltivare e sostenere la nostra vita cristiana: Papa Benedetto, il
nostro vescovo (N), i sacerdoti e i nuovi sacerdoti. Sostieni con la
tua grazia il loro laborioso ministero, noi ti preghiamo.
3. Ti
affidiamo il nostro tempo, o Signore: dona fortezza e speranza a
tutte le famiglie, specialmente a quelle che soffrono per mancanza di
amore, di lavoro, di casa. Apri il nostro cuore all’accoglienza e
alla carità vera, noi ti preghiamo.
4. Concedici la grazia di
usare bene ogni giornata che ci doni. Ti affidiamo il tempo
dell’estate dei ragazzi e dei giovani, perché diventi occasione di
incontri che aiutano a vivere con gioia e verità, noi ti
preghiamo.
Con la fiducia dei figli ci affidiamo a te,
presentandoti anche le nostre intenzioni personali. Tu che vivi e
regni nei secoli dei secoli.
Preghiera
sulle offerte
O Dio, che nel pane e nel vino
doni
all’uomo il cibo che lo alimenta
e il sacramento che lo
rinnova,
fa’ che non ci venga mai a mancare
questo
sostegno del corpo e dello spirito.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona di
comunione
Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io
cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni
della mia vita. (Sal 27,4)
Oppure:
Dice il Signore:
“Padre santo,
custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato,
perché siano una cosa sola, come noi”.(Gv 17,11)
Oppure:
Il regno di Dio è come il granellino di senapa
che si fa
albero e offre riparo agli uccelli del cielo. (cf. Mc 4,31-32)
Preghiera
dopo la comunione
Signore, la partecipazione a questo
sacramento,
segno della nostra unione con te,
edifichi la
tua Chiesa nell’unità e nella pace.
Per Cristo nostro
Signore.
Commento
Una
volta seminato nel cuore dell’uomo, il regno di Dio cresce da sé.
È una meraviglia di Dio tanto grande e tanto bella
quanto
grande e bella è la crescita delle piante, e tanto misteriosa quanto
misteriosa è la trasformazione di un bambino che cresce e diventa
uomo. Così la crescita del regno di Dio non dipende dalle forze
umane; essa supera le capacità umane poiché ha in sé un proprio
dinamismo.
Questo messaggio è un messaggio di speranza,
poiché, adottando una prospettiva umana, potremmo dubitare del
trionfo del regno di Dio. Esso si scontra con tanti ostacoli. Esso è
qui rifiutato, là respinto, o, in molti luoghi, sconosciuto del
tutto. Noi stessi costituiamo un ostacolo alla realizzazione del
regno di Dio con la nostra cattiva volontà e con i nostri peccati. È
bene dunque che sappiamo che, a poco a poco con una logica che non è
quella umana, con un ritmo che a noi sembra troppo lento, il regno di
Dio cresce. San Paolo, che era ispirato, percepiva già i gemiti di
tale crescita (Rm 8,19-22). Bisogna conservare la speranza (Eb 3,6b).
Bisogna ripetere ogni giorno: “Venga il tuo regno!”. Bisogna
coltivare la pazienza, quella del seminatore che non può affrettare
l’ora della mietitura (Gc 5,7-8). Bisogna soprattutto non dubitare
della realtà dell’azione di Dio nel mondo e nei nostri cuori. Gesù
ci dice questo poiché sa che il pericolo più grande per noi è
quello di perdere la pazienza, di scoraggiarci, di abbandonare la via
e di fermarci. Noi non conosciamo né il giorno né l’ora del
nostro ingresso nel regno o del ritorno di Cristo. La mietitura ci
sembra ancora molto lontana, ma il tempo passa in fretta: la
mietitura è forse per domani.