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LA
LITURGIA DEL GIORNO
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VI
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO
C)
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Grado
della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde
Antifona
d'ingresso
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi
salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami
per amore del tuo nome. (Sal 31,3-4)
Colletta
O
Dio, che hai promesso di essere presente
in coloro che ti amano
e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola,
rendici degni di diventare tua stabile dimora.
Per il
nostro Signore Gesù Cristo...
Oppure:
O Dio, che
respingi i superbi
e doni la tua grazia agli umili,
ascolta
il grido dei poveri e degli oppressi
che si leva a te da ogni
parte della terra:
spezza il giogo della violenza e
dell’egoismo
che ci rende estranei gli uni agli altri,
e
fa’ che accogliendoci a vicenda come fratelli
diventiamo
segno dell’umanità rinnovata nel tuo amore.
Per il nostro
Signore Gesù Cristo...
PRIMA
LETTURA (Ger 17,5-8)
Maledetto chi confida
nell’uomo; benedetto chi confida nel Signore.
Dal
libro del profeta Geremìa
Così dice il
Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
e
pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal
Signore.
Sarà come un tamarisco nella steppa;
non vedrà
venire il bene,
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in
una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto
l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua
fiducia.
È come un albero piantato lungo un corso
d’acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme
quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi,
nell’anno
della siccità non si dà pena,
non smette di produrre
frutti».
Parola di Dio
SALMO
RESPONSORIALE (Sal 1)
Rit: Beato l’uomo che
confida nel Signore.
Beato
l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta
nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli
arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la
sua legge medita giorno e notte.
È come albero piantato
lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue
foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non
così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento
disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei
giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
SECONDA
LETTURA (1Cor 15,12.16-20)
Se Cristo non è
risorto, vana è la vostra fede.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli,
se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire
alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti?
Se infatti
i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è
risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri
peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa
vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.
Ora,
invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono
morti.
Parola di Dio
Canto
al Vangelo (Lc 6,23)
Alleluia,
alleluia.
Rallegratevi ed esultate, dice il Signore,
perché,
ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.
Alleluia.
Oppure:
(Lc 6,23)
Alleluia, alleluia.
Rallegratevi ed
esultate, dice il Signo
VANGELO
(Lc 6,17.20-26)
Beati i poveri. Guai a voi,
ricchi.
+
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, disceso
con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla
di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da
Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli,
alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi,
poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che
ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora
piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi
odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e
disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio
dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco,
la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti
agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi,
ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai
a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi,
che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai,
quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti
agivano i loro padri con i falsi profeti».
Parola del
Signore
Preghiera
dei fedeli
Gesù non ci propone un pensiero consolatorio o
una buona filosofia di vita. Egli parla di ciò che il nostro cuore
ha sempre cercato: una speranza autentica che non muore.
Preghiamo
insieme e diciamo: Signore rendici beati in te.
1.
Perché, consci di non essere salvi grazie a noi stessi bensì per
dono di Dio, non condanniamo mai gli altri col nostro giudizio.
Preghiamo.
2. Perché la nostra ricchezza sia sempre al
servizio della povertà. Preghiamo.
3. Perché capiamo che il
significato più autentico dell’essere uomini e l’orizzonte più
ampio cui possiamo aspirare consistono nel ricercare te.
Preghiamo.
4. Perché sappiamo accogliere pienamente la realtà
della morte, senza ricercare la fuga della disperazione. Preghiamo.
O Padre, tu sei la luce che illumina ogni momento della
nostra vita: aiutaci a non avanzare in essa come dei ciechi che non
sanno andare al di là della loro oscurità. Te lo chiediamo per
Cristo nostro Signore.
Preghiera
sulle offerte
Questa nostra offerta, Signore,
ci
purifichi e ci rinnovi,
e ottenga a chi è fedele alla tua
volontà
la ricompensa eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona
di comunione
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li
ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata
delusa. (Sal 78,29-30)
Oppure:
Dio ha tanto amato
il mondo da donare il suo unico Figlio,
perché chiunque crede
in lui non perisca,
ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16)
Preghiera
dopo la comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito
eucaristico,
fà che ricerchiamo sempre quei beni che ci danno
la vera vita.
Per Cristo nostro Signore.
Commento
Nel
Vangelo di Luca, le beatitudini si rivolgono a coloro che hanno già
scelto il Signore, ai discepoli. Seguirlo significa
abbandonare
tutto (Lc 9,23), rinunciare agli agi (Lc 9,58), essere detestati (cf.
Gv 17,14), allontanati dalle cerchie del potere, dai soldi e
dall’onore (cf. Gv 16,2).
Il credente che riesce dappertutto,
che riceve dal mondo ossequi e considerazione, si metta a tremare, si
inquieti perché sarà inghiottito e digerito dal mondo che ama
possedere (cf. Gv 15,19).
Non si tratta di demagogia né di
paura della vita. Gesù non è un dotto professore di etica, né un
sistematico autore di trattati di morale. La sua predicazione è una
denuncia profetica: frasi corte e forti contrasti.
Le sue
parole rimandano a situazioni correnti: l’abbondanza dei beni, la
ricerca insaziabile del piacere, il desiderio del successo e
dell’applauso,... tutte queste pretese producono la vanità (danno
una falsa sicurezza), rendono orgogliosi (ci fanno credere che siamo
più importanti degli altri), divinizzano (molte persone adorano
coloro che posseggono e si prostrano davanti a loro), induriscono
(rendono incomprensivi e privi di solidarietà), corrompono
(finiscono per opprimere, credendo di farlo anche con la benedizione
di Dio).
Le beatitudini ci avvertono seriamente: stabiliamoci
nella verità di Gesù e cerchiamo di non sbagliarci nel momento
decisivo.